Il Marocco possiede un consistente sistema industriale. Le aree di
produzione delle materie prime e i grandi centri portuali.
Casablanca, è la zona di più intensa industrializzazione (in questa fascia
sono collocate l'80% delle imprese e il 70% degli impiegati). Hanno
particolare rilievo i settori basati sulla trasformazione di materie prime di
produzione locale, come l'alimentare (oleifici, zuccherifici, conservifici,
pastifici ecc.), il tessile (cotonifici), il conciario (assai pregiate sono le
marocchinerie), il chimico (fertilizzanti soprattutto, ma anche acido
solforico), la manifattura di tabacchi; si sono inoltre registrati progressi nei
settori siderurgico, metallurgico, cementiero, petrolchimico, meccanico,
cartario e della gomma. Rinomata e di alto livello è infine la produzione di
tappeti. L'attività estrattiva era già praticata sin dall'epoca romana, ma
solo nella seconda metà del sec. XX ha conseguito uno sviluppo tale da
divenire un elemento di fondamentale importanza per l'economia
nazionale. Come si è detto, il sottosuolo è ricco soprattutto di fosfati (di cui
il Paese è il secondo produttore mondiale), estratti in prevalenza nelle
zone di Khouribga, Youssoufia e Khemis des Meskala ed esportati
attraverso i porti di Casablanca e di Safi. Vengono estratti inoltre in
discrete quantità minerali di ferro, manganese, piombo, zinco, stagno,
rame, argento, cobalto, antimonio, molibdeno e piriti. Il Marocco è
praticamente privo di minerali energetici (si estraggono quantitativi
estremamente modesti di carbone, petrolio e gas naturale) e importa il
90% del fabbisogno energetico sotto forma di petrolio; è peraltro buona la
produzione di energia elettrica, grazie alla realizzazione delle varie dighe.